Recensione "Le ore" - Michael Cunningham

Quanto è complicato recensire uno dei propri libri preferiti?

Michael Cunningham
Le ore


ISBN: 978-8845249778

Pagine: 167

Editore: Bompiani


Solo la letteratura può restituire un senso alle nostre vite confuse e sghembe. Anzi, la letteratura è il solo specchio dentro cui la vita, riflettendosi, giunge per un momento a dire se stessa. È l'idea centrale di questo romanzo. Tre donne lo abitano. La prima è una donna famosa, una scrittrice famosa: Virginia Woolf, ritratta a un passo dal suicidio, nel 1941, e poi, a ritroso nel tempo, mentre gioca col dèmone della sua scrittura. Le altre due sono donne che abitano luoghi e tempi diversi. Clarissa Vaughan, un editor newyorkese di oggi e Laura Brown, una casalinga californiana dell'immediato dopoguerra.

Recensione:
Ho scoperto questo capolavoro con un ritardo clamoroso, ma l'anno scorso ho finalmente aperto gli occhi ed è stato amore a prima vista, un colpo di fulmine a tutti gli effetti. Lo stile di Cunningham mi ha coinvolto dalle prime righe e mi ha trasportato in questo bellissimo viaggio nelle vite di tre figure femminili molto affascinanti e complicate. L'autore si è ispirato al romanzo di Virginia Woolf, pubblicato nel 1925, La signora Dalloway e oltre ad aver inserito direttamente il personaggio della tormentata scrittrice, ha incluso numerosissimi riferimenti più o meno immediati al libro in questione. Per esempio, Clarissa Vaughan, l'editor newyorkese, è soprannominata "signora Dalloway" dall'amico scrittore Richard Brown e Laura Brown, la casalinga californiana, ama isolarsi e perdersi tra le pagine di La signora Dalloway. I riferimenti all'ipotesto (La signora Dalloway), spaziano dal carattere dei personaggi, ai gesti e addirittura ai dialoghi, con l'inserimento di alcune citazioni dirette. Detto questo, non è obbligatorio aver letto il romanzo della Woolf per apprezzare Le ore, ma sicuramente è un bonus che permette di cogliere arguti collegamenti. 

Le storie delle tre protagoniste, sebbene siano ambientate in luoghi e periodi storici differenti, continuano a sovrapporsi, sottolineando la fluidità del tempo e dello spazio. Temi ricorrenti come l'importanza del passato, la voglia di evadere, la malattia, il suicidio, la letteratura e la creazione artistica legano ulteriormente le tre storie e danno un senso di continuità alla narrazione. Un aspetto del romanzo che ho particolarmente apprezzato è la capacità di Cunningham di cambiare stile per adattarsi all'epoca e al luogo in cui è ambientata la storia. Difficilmente ho trovato un pastiche così ben riuscito. L'inserimento del discorso indiretto libero, tratto distintivo della Woolf, ben si adatta al tono della narrazione e l'alternanza tra momenti di dialogo ed altri più introspettivi mantengono un ritmo costante e tengono il lettore incollato alle pagine del romanzo. In parole povere, non c'è una storia più importante ed "interessante" delle altre, ma ci troviamo di fronte a tre autentiche protagoniste. L'autore, inoltre, è stato in grado di creare dei personaggi secondari a tutto tondo, menzione d'onore allo scrittore malato di AIDS Richard Brown. Chiamarlo "personaggio secondario" è quasi un errore.

In questo romanzo Cunningham è stato in grado di indagare con grande profondità e sensibilità numerose sfumature dell'animo umano e a creare una profonda empatia tra personaggio e lettore. Già dal prologo, che contiene la straziante lettera d'addio di Virginia Woolf al marito Leonard, si può comprende l'intensità dei sentimenti che verranno poi sviluppati all'interno della narrazione. L'intreccio non è particolarmente elaborato, ma certe pagine sono davvero un pugno allo stomaco, ma in senso positivo.

Per concludere, quando si parla di Le ore, non si può fare a meno di menzionare il pluripremiato film del 2002, diretto da Stephen Daldry, The Hours. Mi limiterò a dire che, secondo me, Nicole Kidman, Julianne Moore e Meryl Streep sono state scelte perfette per incarnare le tre protagoniste. So che la Kidman ha vinto l'Oscar come miglior attrice per la sua interpretazione di Virginia Woolf, ma il mio personale Oscar va a Julianne Moore. Davvero commovente e straziante. Consiglio a tutti sia il libro che il film (in questo ordine). 

5 STELLE piene con lode.

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