Il libro, però, s'intitola
Inferno e, come tutti noi italiani sappiamo bene, si tratta di un chiaro riferimento alla
Divina Commedia di Dante. Come abbiamo già potuto osservare nei suoi libri precedenti, soprattutto in
Angeli e Demoni, Brown ama l'Italia ed è affascinato dai suoi misteri e dalla sua letteratura. Questa sua "ossessione", però, inizia a creare i primi problemi del romanzo. Langdon conduce gran parte delle sua indagine a Firenze e lo scrittore descrive in modo quasi maniacale tutti i monumenti e le leggende legate alla città. Lo stesso fa quando l'azione si sposterà a Venezia e ad Istanbul. Per quanto sia sicuramente un grandissimo
spot per la meravigliosa città toscana, certe volte queste descrizioni risultano esagerate e rallentano troppo l'azione. Nonostante io adori Firenze, non nascondo di aver saltato qualche paragrafo. In parte, poi, si manifesta lo stesso problema nei numerosissimi e ripetuti riferimenti alla
Divina Commedia, che per un studente medio italiano appaiono scontati. Capisco che nel resto del mondo non si studi Dante come in Italia, ma alcune spiegazioni mi sono sembrate un po' banali e ripetitive.