Ho già parlato, in passato, di questo libro che uscirà intorno al 20 febbraio ed ora, grazie ad una antemprima delle Edizioni San Paolo, vi propongo la mia recensione.
Diamo, prima, una ripassata alla trama...
|
Brian the Polar Bear sembra avere apprezzato! |
Timothée De Fombelle
Vango – Tra cielo e terra
Pagine 400
Pubblicazione: Febbraio 2011
Trama:
Parigi 1935. Ai piedi della cattedrale di Notre-Dame, quaranta uomini distesi a terra sono in attesa di essere ordinati sacerdoti. Tra questi c’è Vango, diciannove anni, un passato avvolto nel mistero e un futuro altrettanto incerto, perché – un attimo prima che la cerimonia abbia inizio – la polizia fa il suo ingresso al sagrato della chiesa per arrestarlo.
Ma quale crimine ha commesso? Vango non lo sa e scappa arrampicandosi su per la facciata e le torri della cattedrale. La polizia però non è la sola ad interessarsi al ragazzo, c’è anche una giovane donna che segue con trepidazione la fuga, così come un uomo dall’aspetto losco che apre fuoco contro di lui. Vango, arrivato in cima alla chiesa, riesce a scappare grazie allo Graf Zeppelin del comandante Eckener, venuto a Parigi per seguire la sua ordinazione. Scampato all’arresto, il ragazzo prova a mettersi in contatto con il suo mentore, padre Jean, e scopre di essere accusato proprio dell’assassinio del sacerdote.
Chi trama alle spalle di Vango? Chi è Vango in realtà? Cresciuto nelle isole Eolie, dove era misteriosamente approdato a tre anni insieme alla sua nutrice, Mademoiselle, che lo ha amato come un figlio, proteggendolo dal suo stesso passato, le sue solo certezze sono il nome, Vango Romano, e un fazzoletto con ricamate una V dorata e la frase Combien royaumes…nous ignorent…
Attorno a Vango ruotano personaggi storici come Hugo Eckener, il capitano del Graf Zeppelin, e altri di fantasia come Zefiro, il monaco a capo del convento segreto dell’isola di Alicudi, o la Talpa, una ragazzina ebrea di buona famiglia che condivide con Vango il gusto per l’indipendenza e le notti all’aperto sui tetti di Parigi. Poi c’è Ethel, scozzese ricca, giovane e profondamente innamorata di lui. Per finire ci sono i nemici, terribili, spietati, uno per tutti: Stalin! Proprio lui: il dittatore sovietico in persona.
RECENSIONE:
Quando storia e avventura si mescolano in un vortice di eventi miracolosamente collegati, il risultato è Vango. Il dirigibile sulla copertina annuncia il tema del viaggio, ma, allo stesso tempo, colloca storicamente il romanzo in un'epoca di terrore e cambiamento. Ed è proprio in questo ambiente che si sviluppano le vicende di Vango, un ragazzo in fuga da mille e diversi pericoli. Da chi sta fuggendo? Perché tutti lo cercano? Cosa avrà fatto di tanto orribile? Le risposte sono molteplici e nascoste nelle fitte trame dei capitoli del romanzo, ma alcune di queste domande rimangono irrisolte, avvolgendo il finale in un'atmosfera di oscurità e suspense.
I personaggi gareggiano in una maratona che ha come obiettivo il ritrovamento di Vango e coloro che partono in sprint, non arrivano al traguardo. La vincitrice è Ethel, perché si sa, l'amore, prima o poi, trionfa sempre. Il lettore viene proiettato in "medias res" nella vita del protagonista e deve districarsi, armato di flashback ed intuito, tra imbrogli e misteri, in una vera e propria giungla di eventi. Parigi, Londra, Italia, Germania, sono solo alcuni dei posti "visitati" da Vango e, per un'amante dei viaggi come la sottoscritta, è un piacere addentrarsi nei paesaggi delle più belle metropoli del mondo. Da un tetto all'altro, da Notre-Dame alla Tour Eiffel, il ragazzo salta e si arrampica in una sorta di moderna free-running, disciplina tanto amata nell'attuale banlieu parigina, e scappa dalla sua paranoia e dal suo opprimente passato. Sembra di volare con lui.
La sua voglia di libertà è incontenibile, così come lo è la sua perseveranza e forza di volontà. Vango non perde mai la speranza e, anche quando sembra spacciato, trova una via di fuga e continua la sua corsa. Trovo che la genialità di Fombelle stia proprio nella creazione di questo personaggio, talvolta impalpabile, che mi ricorda Arturo di "L'isola di Arturo" di Elsa Morante. La trama offre degli spunti molto interessanti e, a prescindere dal divertente puzzle di eventi e coincidenze, ho apprezzato particolarmente l'utilizzo di personaggi storici veramente esistiti, come Stalin e Hugo Eckener, che aggiungono un valore in più all'intero romanzo, oltre ad allargare il target dei lettori. Quattro stelle abbondanti, più che meritate, per questo quarto romanzo per ragazzi (e non) di Fombelle, in attesa di svelare gli altri misteri di Vango e dei suoi amici, che mi hanno tenuta con il fiato sospeso fino all'ultima virgola.
Un consiglio: leggetelo lentamente per non perdervi tra i balzi di Vango in giro per il mondo.
VOTO:
|
4 + STELLE |
Etichette: recensione, Timothée De Fombelle, Vango - Tra cielo e Terra, vetrina